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Nasce AssoFrantoi Calabria

Nella giornata di ieri, presso Villa Ventura a Falerna Marina, si è svolta la prima riunione della neonata AssoFrantoi Calabria, durante la quale è stato nominato il consiglio direttivo e indicato come presidente Francesco Roperti (Frantoio Roperti ssa). 

Durante l'incontro si è parlato dell'importanza di avere, in una regione come la Calabria, con grosse estensioni olivetate e un elevato numero di frantoi, un'associazione fatta da e per i frantoiani, che sappia supportarli qualunque siano i loro bisogni e le loro necessità: dalla gestione della burocrazia, alle normative, al confronto con istituzioni locali e nazionali, alla partecipazione a bandi nazionali e comunitari, impossibili per una singola azienda, fino alla crescita culturale e alla promozione.  

Le prime dichiarazione del presidente Roperti, sottolineano ancora una volta l’impegno e la ferma volontà di far nascere questa nuova costola di AssoFrantoi:

“Insieme a mio fratello Giuseppe abbiamo fortemente creduto nel progetto Assofrantoi. Proprio per questo ci siamo impegnati tanto e fatti promotori della costituzione di questa nuova associazione. Assofrantoi Calabria si impegna a dare "risposte" concrete ai bisogni del settore, lavorando con spirito associativo/collaborativo rispettando tutti gli associati e tutte le altre associazioni presenti sul territorio, avviando con loro, dove possibile, collaborazioni. Il tutto nella massima trasparenza e lealtà, senza alcun campanilismo. Personalmente ringrazio il dott. Mariani (Presidente di AssoFrantoi ndr) per il sostegno nella costituzione, Pino Giordano e i frantoiani che hanno accettato di avviare insieme a noi questo importante progetto.”

A breve verranno comunicati anche i nomi dei responsabili provinciali e verrà stilato il manifesto programmatico definitivo per questa nascente, ma già solida, Associazione di Frantoiani.

Gravi danni alle coltivazioni dei Castelli Romani

Gli agenti atmosferici rappresentano una variabile imprevedibile per ogni agricoltore e quando, come accaduto domenica scorsa, 12 Maggio, una violenta grandinata si abbatte sulle coltivazioni, spesso non rimane che fare la conta dei danni.

Questo è quanto accaduto nell'intera area dei Castelli Romani, della province di Latina e Frosinone che per diverse ore sono state flagellate da chicchi di grandine con un diametro fino a 3 cm.

OpConfoliva e Assofrantoi sono vicine agli agricoltori di ogni settore, e in particolar modo a tutti gli operatori della filiera olivicola dei Castelli Romani, di Latina e di Frosinone. I danni sono ingenti e colpiscono un settore già messo alla prova dalla gelata dello scorso anno.

Eventi di mal tempo si sono verificati anche in altre zone d'Italia e noi siamo in costante contatto con i nostri associati per avere un quadro generale della situazione e lavoriamo nelle sedi preposte per ottenere la giusta considerazione e, laddove possibile, ottenere il giusto risarcimento dei danni verificatisi.

Impediamo che l'olio d'oliva venga tassato negli USA

L'olio d'oliva rischia di finire vittima delle nuove tasse di importazione proposte dal governo americano. Questo renderebbe molto più difficile e costoso esportare il nostro olio negli USA. La "North American Olive Oil Association" ha lanciato una petizione per impedirlo.

Il testo completo della petizione e il modulo per firmarla sono disponibili qui.

Per chi non fosse pratico con l'inglese, questa è la traduzione della petizione:

Non tassate la nostra salute!

Per favore aiutateci a presentare una petizione all'USTR per rimuovere l'olio d'oliva europeo dall'elenco proposto delle tariffe di ritorsione.
Chiediamo al rappresentante commerciale degli Stati Uniti (USTR) di eliminare l'olio d'oliva dall'elenco di prodotti proposto perché includerlo equivarrebbe a una tassa sulla salute dei consumatori americani, che sono i più colpiti dalle tariffe sugli oli d'oliva europei. Chiediamo all'USTR di eliminare l'olio d'oliva dalla lista per consentire ai consumatori americani di seguire modelli di alimentazione sana in linea con i consigli dei loro medici, nutrizionisti e dietologi.

L'olio d'oliva è uno degli alimenti più sani che possiamo mangiare. La FDA ha riconosciuto l'olio d'oliva come un alimento benefico per la salute cardiovascolare, ma i suoi benefici vanno ben oltre. Le linee guida dietetiche dell'USDA per gli americani raccomandano la dieta mediterranea, per la quale l'olio d'oliva è una delle tre principali componenti, come uno dei tre modelli dietetici sani. Una importante società di consulenza scientifica ha stimato che convincere gli americani ad aumentare l'adesione alla Dieta Mediterranea si tradurrà in un risparmio di 20 miliardi di dollari nel trattamento di molti disturbi che vanno oltre le malattie cardiache, tra cui cancro, diabete e demenza. Infatti, il medico popolare di dieta ed il chirurgo cardiaco Steven Gundry, M.D. è andato fino a dire "lo scopo intero di alimento è di ottenere l'olio d'oliva nella vostra bocca!

Eppure l'USTR ha proposto tariffe sugli oli d'oliva tra una lunga lista di prodotti dell'Unione Europea in rappresaglia per i sussidi dell'industria aeronautica europea. Questo è ingiustificato. Non c'è alcun collegamento tra l'aeronautica e gli oli d'oliva. Inoltre, gli americani non hanno un'alternativa realistica all'olio d'oliva europeo, che in genere rappresenta oltre il 70% della produzione mondiale annuale, proveniente principalmente da Spagna, Italia, Grecia e Portogallo. Gli Stati Uniti consumano circa 300.000 tonnellate di olio d'oliva, e gli Stati Uniti stessi hanno prodotto solo 10.000 tonnellate nel 2018-19. Uno studio sull'atteggiamento e l'uso del 2018, commissionato dal NAOOA e dall'American Olive Oil Producer's Association, ha confermato che la salute è un fattore principale che porta gli americani ad acquistare l'olio d'oliva. Quindi, una tariffa sull'olio di oliva europeo punirà principalmente i consumatori americani che dovranno pagare prezzi più alti per gli oli di oliva, o passare a grassi da cucina meno sani, o addirittura nocivi per la salute, ma meno costosi.
L'olio d'oliva è l'unico prodotto dell'esaustivo elenco proposto dall'USTR, raccomandato da medici, nutrizionisti e dietologi americani ai loro pazienti per la prevenzione o la cura delle malattie croniche. L'USTR stima che il valore totale delle importazioni dei prodotti per i quali propone tariffe di ritorsione ammonta a 21 miliardi di dollari. Tuttavia, nell'elenco proposto dall'USTR mancano chiaramente i prodotti farmaceutici, i dispositivi e le attrezzature mediche. Il valore dei prodotti farmaceutici europei esportati nei soli Stati Uniti ammonta a quasi 50 miliardi di dollari. Si tratta di più del doppio dell'intero elenco proposto (e di più di cinquanta volte il valore delle importazioni di olio d'oliva). Naturalmente, l'USTR è giustificato nel lasciare i dispositivi e le apparecchiature farmaceutiche e mediche fuori dall'elenco, perché includerli avrebbe un impatto sulla salute dei cittadini statunitensi, soprattutto nella misura in cui non ci può essere un'alternativa realistica per la fornitura di tali prodotti. La stessa considerazione dovrebbe essere riservata agli oli d'oliva.
Inoltre, sebbene la maggior parte dell'olio d'oliva sia importato negli Stati Uniti, l'industria sostiene migliaia di posti di lavoro nazionali. Dai lavoratori a lungo termine che scaricano l'olio d'oliva nel porto americano, ai posti di lavoro nelle fabbriche nazionali di imbottigliamento dell'olio d'oliva, ai camionisti che lo trasportano in tutto il paese, l'industria dell'olio d'oliva è alimentata da lavoratori americani.

L'USTR dovrebbe riconoscere l'importanza del consumo di olio d'oliva per la salute degli americani e il fatto che non esiste una fonte alternativa realistica di approvvigionamento. Di conseguenza, i consumatori americani sarebbero in primo luogo quelli puniti da una tariffa sugli oli d'oliva. Di conseguenza, l'USTR dovrebbe eliminare gli oli d'oliva dall'elenco proposto, così come ha escluso i prodotti farmaceutici, i dispositivi e le attrezzature mediche dall'elenco. 

Vi invitiamo a firmare la petizione e a diffonderla il più possibile per scongiurare questa eventualità che produrrebbe un danno enorme al nostro export e di conseguenza a tutta la filiera olivicola. Vi ricordiamo in oltre il link per firmare la petizione.

Tracciabilità, rintracciabilità e automatizzazione sono concetti sempre più importanti nella filiera produttiva

eAgri sta lanciando un sistema innovativo in grado di semplificarne le diverse fasi.

Sentiamo in continuazione parlare di tracciabilità e rintracciabilità ma per garantire che queste parole assumano un senso compiuto e si trasformino in pratiche quotidiane, sono necessarie piccole e grandi attenzioni che chiunque operi nei diversi settori dell'agricoltura conosce bene.

eAgri, azienda specializzata in consulenze per l’agricoltura, sta sperimentando con successo un innovativo sistema in grado di semplificare tutte le fase di produzione, trasformazione e distribuzione. 

Il sistema si basa sull'uso di Tag RFID (semplici etichette munite di un circuito elettrico in grado di registrare informazioni) e di dispositivi, quali smartphone o tablet, capaci di interagire con queste Tag e leggerne le informazioni utili.

 

 

In questa fase sperimentale ci si è concentrati sulla filiera olivicola, sui siti di produzione e trasformazione. I primi riscontri sono estremamente positivi. Le parole d’ordine sono: semplificazione e automatizzazione. 

Il sistema si pone anzitutto l’obiettivo di facilitare la compilazione del “quaderno di campagna” per i produttori, permettendone, tra l’altro, una conservazione sicura e digitale. Nel caso invece dei trasformatori e dei confezionatori, questo metodo velocizzerà l’ottenimento delle certificazioni e la compilazione dei manuali HCCP. 

Ci sarà certezza rispetto l’origine del prodotto, attraverso un codice univoco assegnato al momento della fornitura del sistema. Tutto verrà gestito tramite un’applicazione semplice ed intuitiva.

Una diversa applicazione sarà invece utile al consumatore finale per ottenere tutte le informazioni sul sito di produzione del prodotto. Questo sarà possibile scansionando dei bollini RFID applicati sulle confezioni di vendita.

I quattro pilastri della sostenibilità

AssoFrantoi, OpConfoliva e Ass.O.M. sono impegnate in una crescente attenzione verso il tema della sostenibilità.

Tale tema è stato nel tempo erroneamente associato esclusivamente all'aspetto ambientale. Quest’ultimo è però solo uno di quattro principali ambiti nei quali è necessario operare per una reale sostenibilità.

Si può, per semplificazione, affermare che la sostenibilità si poggi su quattro pilastri: ambientale, sociale, economico ed etico.

I primi tre pilastri derivano direttamente dal trattato di Amsterdam del 1997. In quell'occasione l’Unione Europea, sancì, a dieci anni esatti dal rapporto Brundtland del 1987, un nuovo accordo per uno “sviluppo armonioso delle attività umane”. 

Il primo pilastro, quello ambientale è probabilmente il più conosciuto a distanza di oltre vent'anni da quell'accordo: si basa sull'idea che il consumo di risorse debba essere proporzionato alla capacità di tali risorse di rigenerarsi. Stesso discorso per la produzione di scarti che non deve superare la quantità che il sistema è in grado di riciclare o smaltire in modo sostenibile. 

Il secondo pilastro, quello economico, strettamente interconnesso con gli altri, si riferisce evidentemente alle ricadute economiche che un’attività ha sul territorio nel quale opera e sulle popolazioni che lo abitano. Per essere sostenibile economicamente, un’azienda o una qualunque impresa pubblica o privata, dev'essere in grado di accrescere o mantenere stabili i propri parametri economici nel corso del tempo, ridistribuire nello stesso territorio la ricchezza generata dal suo sfruttamento e fare un uso attento e oculato di tutte le risorse disponibili. 

Il pilastro sociale fa riferimento a uno spirito aggregativo che renda una comunità coesa e diminuisca o azzeri le differenza sociali di genere e classe. Un territorio deve potersi riconoscere nei valori di un’azienda e crescere insieme a quest’ultima. L’azienda deve a sua volta favorire la coesione sociale, incentivando iniziative di aggregazione e condivisione. 

A questi pilastri, si deve oggi necessariamente aggiungere anche un quarto pilastro: quello etico. Tale pilastro si basa sulla necessità di garantire una giusta remunerazione a tutti gli attori della filiera che garantisca una sostenibilità e una qualità del prodotto finale. 

Bisogna ricordare, qualora ce ne fosse bisogno, che questi quattro pilastri sono strettamente interconnessi e che dovesse venire a mancare anche solo uno di questi, l’intera struttura ne risentirebbe in termini di sostenibilità.